Abbiamo già detto che il lavoro alla corda in circolo è una delle pratiche più comuni di movimentazione e addestramento del cavallo non montato. Questo training ha molteplici finalità, fra tutte quelle di lavorare in una flessione in assenza di peso del cavaliere. In precedenza abbiamo fornito alcuni consigli sugli strumenti di base per un lavoro alla corda corretto (clicca qui); oggi ci occuperemo invece di Inredinamento artificiale – le principali imbrigliature e strumenti sussidiari per il lavoro alla corda.
Redini elastiche: Usate principalmente nel lavoro del cavallo alla corda, hanno lo stesso effetto delle redini fisse, solo più blando: in materiale estendibile (di solito tubolare in gomma elastica), si agganciano una per lato agli anelli del fascione e quindi agli anelli del filetto, in tal modo controllano la postura di collo e testa del cavallo in movimento. Dovrebbero consentire al cavallo di raggiungere prima il contatto, abbassando l’incollatura e flettendo la nuca (in particolare con la redine esterna se montato), e permettergli di impegnare i posteriori: perché il loro uso sia ottimale, dovremmo essere capaci di arrivare ad ottenere dal cavallo un appoggio da impulso e non un appoggio da reazione difensiva. La lunghezza delle redini dev’essere di poco superiore, e mai inferiore, alla naturale posizione dell’incollatura libera in una determinata andatura.
Gogue (foto di copertina dell’articolo): inredinamento contenitivo inventato nel 1948 da René Gogue dell’Accademia francese di Saumur (1903-1988; questo strumento porta ancora oggi il suo nome, originariamente detto “ficelle Gogue-Margot”). La redine Gogue, detta anche “conformatrice”, è un sistema triangolare deformabile che aiuta a far distendere il collo del cavallo verso il basso, composto da 2 pulegge da posizionare a lato del frontalino della testiera, 2 corde munite di moschettoni da far passare negli anelli del filetto dell’imboccatura, le quali andranno ad agganciarsi agli anelli della stringa che dal fascione o sottopancia passa in mezzo agli anteriori del cavallo. I diversi anelli della suddetta stringa consentono un diverso posizionamento della testa del cavallo in appoggio. La gogue favorisce infatti l’appoggio sull’imboccatura e, a differenza dello chambon, può essere utilizzato anche nel lavoro in sella (in questo caso, tuttavia, si consiglia l’utilizzo solo da parte di cavalieri dalla mano sensibile). Più il cavallo distende il bilanciere con il muso in avanti, maggiore sarà l’impegno dei suoi posteriori per non perdere l’equilibrio. Esistono due varianti di questo strumento: la gogue “fissa” o “indipendente” e quella “comandata” o “dipendente”. La gogue comandata è una variante di quella fissa; ai terminali della corda muniti di moschettoni vengono agganciate un paio di redini aggiuntive munite di appositi anelli. Deve essere montata anche con le redini dell’imboccatura. È importante che l’azione sulle redini della gogue termini quando l’incollatura assume la corretta posizione, con la fronte perpendicolare al suolo e il cavallo riunito. In tal modo, quando il cavaliere cede entrambe le redini, il cavallo potrà distendere l’incollatura, venendo meno l’azione della gogue: quando il cavallo tiene la testa in posizione accettabile, la gogue non ha alcun effetto. Quando “si attacca” e cerca di alzare/rovesciare la testa, la gogue entra in azione.
Chambon: come per la gogue, la funzione di questo strumento è quella di far assumere al cavallo una posizione che consenta di ginnasticare la schiena, favorendo l’impegno dei posteriori al fine di aumentare l’equilibrio e l’impulso. Agisce solo ed esclusivamente sulle commessure labiali senza andare a toccare la parte più sensibile della bocca del cavallo, cioè le sue barre. È un ottimo strumento per ottenere la distensione dell’incollatura, il conseguente ingaggio dei posteriori, lo sviluppo dei muscoli addominali e quindi una futura facile riunione. Questo inredinamento parte dal sottopancia, si biforca circa a metà lunghezza, e prosegue fino a due anelli sulla testa del cavallo, alla base delle orecchie. Passando da questi due anelli, segue la direzione delle guance dell’animale e si collega agli anelli del filetto. Lo chambon è sicuramente di facile utilizzo, adatto per tutti i cavalli, e risponde pienamente ai criteri di ogni metodo naturale di addestramento. È particolarmente indicato per la preparazione dei puledri e dei cavalli che devono riprendere il lavoro dopo un lungo periodo di inattività o tonificare toni muscolari rilassati o deboli. L’azione principale si esercita sulla nuca del cavallo, più lieve sulla bocca, induce l’animale ad abbassare la testa, incurvare il collo e alzare la schiena, favorendo così la masticazione e la salivazione.
Pessoa: Il fascione pessoa è un buon inredinamento per lavorare cavalli alla corda, utile soprattutto per cavalli ben addestrati, che già dispongono di un atteggiamento corretto. Solitamente, il pessoa comprende redini e longia di addestramento in corda resistente con carrucole e moschettoni completamente regolabili. Il suo compito principale è quello di comprimere il cavallo, aiutandolo a ginnasticarsi sulla riunione. Il pessoa necessita inoltre di un fascione con molti e grandi anelli che permettano ai numerosi moschettoni e carrucole di attraversarli. Diverse sono le modalità di attacco (le più note sono 4), cui corrispondono effetti diversi: dal più semplice, l’attacco basso, che svolge un’azione tipo abbassa testa ed è l’ideale per introdurre il cavallo a questo tipo di lavoro, specie se in precedenza l’animale era abituato solo al lavoro con l’uso di una redine conformatrice tipo gogue. In questo caso il pessoa sviluppa una tensione sulla spina dorsale che invoglia il cavallo a rilevare le spalle, muscolando schiena e collo alla base. Vi è poi l’attacco medio, utile per sviluppare i muscoli superiori del collo ed iniziare ad insegnare al cavallo l’uso delle redini laterali. Segue l’attacco alto, posizionamento del pessoa che riproduce con maggior realismo la posizione e gli effetti del cavallo montato: in questo caso aiuta l’animale a sviluppare un buon equilibrio, specie durante il galoppo. Esiste infine un attacco ancora più alto (sugli anelli in cima al fascione), usato però solo dai cavalli atleti nella disciplina del dressage, dato che aiuta loro ad imparare a rilevare il collo e il treno anteriore in modo marcato.
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